Entro i prossimi dieci anni l’Intelligenza Artificiale potrebbe automatizzare dal 15 al 60 % delle mansioni: in Italia parliamo di 1,68 milioni di posti potenzialmente a rischio, ma anche di un +8 % di PIL se useremo bene la tecnologia . Il tempo per decidere come reagire è adesso, non quando i robot bussano alla porta.
Che cos’è il “Lavoro Bionico”
Lo studio «Il Lavoro Bionico», pubblicato dall’Associazione Casaleggio, spiega che il futuro non è una gara uomo-contro-macchina, ma una nuova divisione dei compiti:
- Lavoro Umano Puro – dove contano empatia e creatività (cura, artigianato, consulenza).
- Lavoro Bionico – persone + IA che collaborano (chirurgia robot-assistita, manutenzione predittiva, classi “smart”).
- Lavoro Artificiale – processi totalmente automatizzati (data entry, call-center ripetitivi) .
Capire in quale area ricade la tua attività è il primo passo per muoversi con lucidità.
I tre numeri che l’Italia deve guardare in faccia
1. Posti a rischio immediato
1,68 milioni di ruoli potrebbero scomparire o cambiare radicalmente. La buona notizia? Molti di questi lavoratori andranno comunque in pensione entro il 2030, riducendo la pressione sociale .
2. Mismatch di competenze
Quasi un posto su due resta scoperto perché le aziende non trovano i profili giusti (47,8 %) . Significa che il problema non è la mancanza di lavoro, ma la distanza tra ciò che serve e ciò che sappiamo fare.
3. Spinta al PIL
Se colmiamo quel mismatch e adottiamo l’IA dove serve, il nostro prodotto interno lordo potrebbe crescere di oltre 8 % l’anno – ben oltre lo 0,4 % medio degli ultimi vent’anni .
Cosa rischiamo se restiamo fermi
- Svalutazione dei salari nei ruoli ripetitivi: la produttività sale, ma la paga oraria scende.
- Demotivazione dei lavoratori rimasti – la cosiddetta “sindrome del sopravvissuto”.
- Perdita di competitività: le aziende che non integrano l’IA oggi potrebbero uscire dal mercato domani.
Cosa puoi iniziare a fare da domani mattina
Se sei un lavoratore
- Mappa le tue competenze: quali sono uniche? quali la macchina può fare meglio?
- Chiedi formazione mirata sull’uso degli strumenti IA che il tuo settore sta adottando.
Se guidi un’azienda
- Avvia progetti pilota low-cost: usa modelli IA “as-a-service” per provare senza investimenti monstre.
- Accantona una Robot-Tax interna: una parte del risparmio ottenuto va reinvestita nel reskilling del personale.
Se sei decisore pubblico
- Riduci l’orario di lavoro anziché i posti: 30 ore pagate come 40 permettono di distribuire la produttività extra.
- Crea dashboard pubbliche su occupazione, salari e adozione IA: servono dati trasparenti, non titoli allarmistici.
Uno sguardo rapido oltre confine
A livello globale si stima una perdita netta possibile di fino a 300 milioni di posti prima che se ne creino di nuovi, con una “zona rossa” soprattutto nei servizi di back-office . Tradotto: la sfida è mondiale, ma la risposta deve essere locale e subito operativa.
La scelta è tra partecipare o subire
L’IA non è un asteroide inevitabile: è uno strumento. Può tagliare posti, ma può anche liberarci da lavori noiosi e far crescere l’economia. Se restiamo a guardare, perderemo. Se ci prepariamo, con competenze, regole intelligenti e investimenti mirati, avremo il lavoro bionico, non il licenziamento di massa.
Non aspettare che l’IA decida per te.
Inizia oggi a progettare il tuo ruolo nella nuova catena del valore.
Articolo basato sul report “Il Lavoro Bionico” 2025. https://www.gianrobertocasaleggio.com/il-lavoro-bionico/
L’Autore
Luigi Resta è un esperto di tecnologia e comunicazione, autore del libro “Pensiero Umano, Intelligenza Artificiale“. Da anni si occupa del rapporto tra uomo e tecnologia, con un’attenzione particolare al valore dell’intelligenza umana nell’era digitale.