L’IA ci ruberà il lavoro? Solo se restiamo a guardare

3 Mag 2025 | Etica, Intelligenza Artificiale

Entro i prossimi dieci anni l’Intelligenza Artificiale potrebbe automatizzare dal 15 al 60 % delle mansioni: in Italia parliamo di 1,68 milioni di posti potenzialmente a rischio, ma anche di un +8 % di PIL se useremo bene la tecnologia . Il tempo per decidere come reagire è adesso, non quando i robot bussano alla porta.

Che cos’è il “Lavoro Bionico”

Lo studio «Il Lavoro Bionico», pubblicato dall’Associazione Casaleggio, spiega che il futuro non è una gara uomo-contro-macchina, ma una nuova divisione dei compiti:

  1. Lavoro Umano Puro – dove contano empatia e creatività (cura, artigianato, consulenza).
  2. Lavoro Bionico – persone + IA che collaborano (chirurgia robot-assistita, manutenzione predittiva, classi “smart”).
  3. Lavoro Artificiale – processi totalmente automatizzati (data entry, call-center ripetitivi) .

Capire in quale area ricade la tua attività è il primo passo per muoversi con lucidità.

I tre numeri che l’Italia deve guardare in faccia

1. Posti a rischio immediato

1,68 milioni di ruoli potrebbero scomparire o cambiare radicalmente. La buona notizia? Molti di questi lavoratori andranno comunque in pensione entro il 2030, riducendo la pressione sociale .

2. Mismatch di competenze

Quasi un posto su due resta scoperto perché le aziende non trovano i profili giusti (47,8 %) . Significa che il problema non è la mancanza di lavoro, ma la distanza tra ciò che serve e ciò che sappiamo fare.

3. Spinta al PIL

Se colmiamo quel mismatch e adottiamo l’IA dove serve, il nostro prodotto interno lordo potrebbe crescere di oltre 8 % l’anno – ben oltre lo 0,4 % medio degli ultimi vent’anni .

Cosa rischiamo se restiamo fermi

  • Svalutazione dei salari nei ruoli ripetitivi: la produttività sale, ma la paga oraria scende.
  • Demotivazione dei lavoratori rimasti – la cosiddetta “sindrome del sopravvissuto”.
  • Perdita di competitività: le aziende che non integrano l’IA oggi potrebbero uscire dal mercato domani.

Cosa puoi iniziare a fare da domani mattina

Se sei un lavoratore

  • Mappa le tue competenze: quali sono uniche? quali la macchina può fare meglio?
  • Chiedi formazione mirata sull’uso degli strumenti IA che il tuo settore sta adottando.

Se guidi un’azienda

  • Avvia progetti pilota low-cost: usa modelli IA “as-a-service” per provare senza investimenti monstre.
  • Accantona una Robot-Tax interna: una parte del risparmio ottenuto va reinvestita nel reskilling del personale.

Se sei decisore pubblico

  • Riduci l’orario di lavoro anziché i posti: 30 ore pagate come 40 permettono di distribuire la produttività extra.
  • Crea dashboard pubbliche su occupazione, salari e adozione IA: servono dati trasparenti, non titoli allarmistici.

Uno sguardo rapido oltre confine

A livello globale si stima una perdita netta possibile di fino a 300 milioni di posti prima che se ne creino di nuovi, con una “zona rossa” soprattutto nei servizi di back-office . Tradotto: la sfida è mondiale, ma la risposta deve essere locale e subito operativa.

La scelta è tra partecipare o subire

L’IA non è un asteroide inevitabile: è uno strumento. Può tagliare posti, ma può anche liberarci da lavori noiosi e far crescere l’economia. Se restiamo a guardare, perderemo. Se ci prepariamo, con competenze, regole intelligenti e investimenti mirati, avremo il lavoro bionico, non il licenziamento di massa.

Non aspettare che l’IA decida per te.
Inizia oggi a progettare il tuo ruolo nella nuova catena del valore.


Articolo basato sul report “Il Lavoro Bionico” 2025. https://www.gianrobertocasaleggio.com/il-lavoro-bionico/


L’Autore
Luigi Resta è un esperto di tecnologia e comunicazione, autore del libro Pensiero Umano, Intelligenza Artificiale. Da anni si occupa del rapporto tra uomo e tecnologia, con un’attenzione particolare al valore dell’intelligenza umana nell’era digitale.

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