Cosa mi porto a casa dopo il Festival Filosofia 2025
Modena, 19, 20, 21 Settembre 2025
Il venerdì ci ha messi subito davanti all’urgenza di educare nell’incertezza. Marina Garcés ci ha detto che dobbiamo “osare di non sapere”, Ferraris ha tolto la paura dell’IA ricordandoci che lo strumento non è il problema, mentre Barbara Carnevali ha riletto Rousseau per dirci che la modernità nasce dalla libertà soggettiva. Poi Recalcati ci ha ricordato che non si cresce da soli ma solo attraverso l’incontro, e König-Pralong ha chiesto di riscrivere la storia del pensiero aprendola al mondo.
Il sabato ci ha fatto entrare nel cuore della scuola e delle relazioni. Lancini ci ha mostrato che la felicità è sentirsi parte di un legame autentico. Cacciari ha gridato che i giovani non vanno trattati come fragili, Dionigi ha rimesso i maestri al centro, Pievani ci ha insegnato che evolvere significa imparare, e Boccali ha riportato la parola guru alla sua radice: un maestro che illumina, non che si imita.
La domenica ha alzato ancora di più l’asticella. Saraceno ha parlato di educazione come resistenza sociale, diritto a fiorire nonostante tutto. James Boyle ha invitato a imparare dall’IA per non restare soli. Innerarity ha descritto la società dell’ignoranza, dove non basta accumulare informazioni ma occorre saper gestire l’incertezza. Neiman ha demolito il mito della giovinezza rivalutando l’età adulta, Marzano ha chiesto adulti credibili e Galimberti ha chiuso con forza: contro il potere resta solo la cultura.
E io, nel mio piccolo, domenica sera in piazza Sant’Agostino ho provato a portare un filo dentro questa trama di pensieri: il filo come metafora di una comunità educante, capace di tenere insieme persone, storie e fragilità. Un filo che non è mai un vincolo, ma un legame che unisce e sostiene.
È da lì che dobbiamo ripartire: da un’educazione a orario continuato, inclusiva e sostenibile, che diventi stoffa resistente e condivisa, capace di accogliere il presente e durare nel domani.
L’Autore
Luigi Resta, esperto di tecnologia e comunicazione, autore del libro “Pensiero Umano, Intelligenza Artificiale”. Da anni mi occupo del rapporto tra uomo e tecnologia, con un’attenzione particolare al valore dell’intelligenza umana nell’era digitale.
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